Mimmo Coletti
Folla alla Cannoniera della Rocca Paolina: alle pareti personaggi togati con la curiosità di scrutare il pubblico che li osserva, volti che ammiccano o scrutano severi, fiorire di sommesse domande.
Questa di Angelo Buonumori non si classifica come semplice mostra, piuttosto è un invito, una seria di inviti, a entrare nell’anima dei protagonisti, a comprendere la profondità di un carattere stampato su un viso a mo’ di carta geografica dell’intimo, perfino a sorprendersi. Angelo è artista vero, compiuto, raffinatissimo. Unisce le virtù del segno, della composizione libera, fluente, incisiva alla armoniosa fusione della computer graphic: il pittore, il disegnatore, l’esteta della tecnologia si fondono per ottenere Acronimi ritratti, galleria festosa e festante di attori unici che appaiono tra il gioco sapiente delle luci pronte a fendere la penombra. Ogni opera scandita da un verso le cui iniziali formano il nome del “modello”, dovunque il profumo di una maestria di tocco e di intuizione, il tratto e la tavolozza che si integrano con la zona d’immagine rielaborata al computer: sovrana capacità tecnica e felice sintesi astrale permettono di scandagliare l’uomo, estrarne i contenuti, inserirlo in un periodo preciso.
Sfreccia la composizione, il bianco ha parte fondamentale, Angelo vola davvero: Walter Corelli è paludato come eroe di Velasquez, Maurizio Pescari è un dandy alla Wilde, Michele Lapalorcia si trasforma nel duca di Montefeltro di Piero della Francesca. E ancora gente nota. Stefano Ciuffini che appare due volte ed è il signore perfetto, Franco Venanti con il suo carico di interrogativi, Teresa Severini, Anna Calabro, Franco Taviani, regista, scrittore e intellettuale, che ha il quadro forse più straordinario dell’intera rassegna, volute di matita e la fiamma accesa del panciotto, solo elemento fotografico. Ci si smarrisce quasi, girando: in una sala c’è lo stesso Buonumori che si ritrae di fronte e di spalle nella celebre postura di Rockwell, in un’altra si apre il recinto del tempo.
La consorte Antonella, i figli Viola e Tommaso e foto riprodotte su plastica trasparente. L’effetto con le pietre erode retrostanti è forte, si fa largo la nostalgia, chi sorride da lì non c’è più perché appartiene a stagioni lontane. Questa mostra equivale a comprare un sogno, Angelo è Mago Merlino, le sue creazioni sono incantesimi.