Sandro Allegrini
La specificità dell’opera di Angelo Buonumori si fonda su una rara capacità di sintesi tra modi espressivi e approcci culturali diversi. La sua forte vocazione sperimentale lo porta a stabilire connessioni particolari con la scienza e con le nuove tecnologie, fino a farlo pervenire ad un approccio interdisciplinare che rende desueta la storica separazione tra le cosiddette “due culture”.
Convivono infatti, nei ritratti di Buonumori, risultanze che derivano da una felice e rara operazione di sintesi tra la formazione umanistica e quella tecnico-scientifica, fondamentalmente acquisita per via personale e basata sull’esperienza. La koinè artistico-espressiva che ne deriva fa appello, da un lato, alla robusta educazione scolastica strutturata (Accademia di Belle Arti) che costituisce il percorso di formazione “ortodosso” di Angelo Buonumori. D’altra parte, il possesso delle tecniche informatiche (insieme alla robusta creatività sviluppata nell’esercizio del mestiere di grafico) consente a Buonumori di integrare – non semplicemente “giustapporre”, operando un collegamento puramente estrinseco che mostrerebbe la corda –tecniche di codifica estetica di non comune efficacia e, indubbiamente, di grande impatto emozionale. Ci troviamo, insomma, in presenza di un’autentica interdisciplinarietà: non vediamo, infatti, un banale accavallamento di codici, ma una piena fusione sul versante della ricerca di nuovi linguaggi. Dunque un’originalità assoluta e indiscutibile.
È appunto questo un altro aspetto non marginale dell’arte di Buonumori: la capacità di analisi e di sintesi, lo studio tenace, l’importanza del percorso, che eccede la misura dell’esito, pur sempre ragguardevole. Non sembri fuori luogo evidenziare, infine, come il livello di coinvolgimento dell’utente, davanti a queste opere di Angelo Buonumori, passi anche attraverso l’attiva curiosità suscitata circa le modalità di realizzazione delle stesse, investendo processi mentali estetici e cognitivi di notevole valenza formativa. Ritengo, sotto questo profilo, che un confronto con l’Autore sarebbe notevolmente proficuo per scolaresche interessate.
Difatti Angelo – cosa piuttosto rara nel settore artistico, non estraneo ad invidia e concorrenzialità – non mostra “gelosie” di mestiere, ma si sofferma a descrivere, con generosità e ricchezza di particolari, tutte le fasi del procedimento seguito. Dunque non un atteggiamento saccente o chiuso, ma autenticamente pedagogico, a testimonianza dell’umiltà e della franchezza dell’Artista il quale si mostra capace di parlare a tutti con l’onesta lealtà della figurazione che caratterizza la sua produzione.